lunedì 31 marzo 2014

Tartellette con crema pasticcera al lime











Ingredienti per 12 tartellette:

  • 100 gr di zucchero a velo
  • 250 gr di farina
  • 1 lime
  • 150 gr di burro
  • 2 tuorli
Per la crema pasticcera al lime:

  • 180 gr di latte fresco intero
  • 80 gr di panna liquida
  • 80 gr di tuorlo d'uovo
  • 60 gr di zucchero
  • 15 gr di amido di mais
  • 1 lime
  • 1/2 baccello di vaniglia

Per la crema al lime:
  • 40 gr di tuorlo d'uovo
  • 40 gr di zucchero
  • 40 gr di burro
  • 40 gr di  succo di lime
Inoltre vi servono frutta a piacere.













Procedimento:

Per la frolla: intridete la farina, 100 gr di zucchero a velo, la scorza grattugiata di un lime e un pizzico di sale con 150 gr di burro a tocchetti ottenendo un composto sabbioso. Incorporate,poi, due tuorli d'uovo e lavorate finché la pasta non sarà soda, ma molto malleabile. Fatela riposare in frigo coperta con carta pellicola per un'ora.

Per la crema pasticcera al lime: lavate e asciugate il lime; grattugiatene la scorza e poi spremetene il succo. Mettete la scorza grattuggiata in infusione nel succo per circa 20 minuti. In un pentolino, con una frusta, sbattete i tuorli con lo zucchero, poi diluitevi 40 grammi di succo di lime. Ponete a fuoco minimo e sempre mescolando con una frusta cuocete fino a 80 gradi o finché non si ispessisce. Sempre rimestando togliete subito dal fuoco e per far raffreddare la crema, bloccatene la cottura, immergendo il pentolino in un bagnomaria di acqua fredda. Quindi con un mixer a immersione, azionato per circa 1 minuto, rendete la crema liscia e vellutata. Lasciate raffreddare fino a 50 gradi. Incorporate il burro tagliato a pezzetti ed emulsionate ancora con il mixer a immersione. Coprite la crema con un foglio di pellicola trasparente da cucina e conservate in frigo.

Per la crema pasticcera:riunite in un tegame il latte, la panna e le scorze del lime; portate appena ad ebollizione, spegnete e lasciate in infusione per 1 ora. In un altro tegame, amalgamate con una frusta i tuorli con lo zucchero, i semini di vaniglia, l'amido. Gradualmente, sempre mescolando, incorporate il latte dopo averlo filtrato. Cuocete fino a 82 gradi per circa un minuto. Immediatamente versate la crema in un contenitore di vetro e ricoprite la superficie con pellicola trasparente. Riponete in frigo. 

Per la composizione del dolce: stendete la pasta sul piano di lavoro leggermente infarinato allo spessore di 1/2 cm. Ritagliate 12 dischi dal diametro 10 cm. Foderate 12 stampini con la pasta, bucherellando il fondo e infornate a 200 gradi per 8/10 minuti. Sfornate, sformate e lasciate intiepidire. Unite la crema al lime e la crema pasticcera al lime e distribuitela in ogni tartelletta. Decorate a piacere.










"Mangiare e' una necessità. Mangiare intelligentemente e' un'arte"

martedì 18 marzo 2014

Zeppole di San Giuseppe al forno









La zeppola di San Giuseppe altro non è che pasta bignè/ pasta choux dal gusto neutro che accoglie una crema dolce su cui spicca un'amarena candita. La zeppola segna la festa del papà e l'arrivo della Primavera.
Nell'antica Roma vi era l'usanza di friggere delle frittelle di frumento da gustare durante i festeggiamenti delle Liberalie, festa annuale celebrativa di Bacco, Dio del vino, ma anche della gioia e dell'allegria.LeLiberalie  si sono sempre celebrate il 17 marzo,finché l'imperatore Teodosio II non proibì qualsiasi culto pagano. E' molto probabile che, con il passare degli anni, la celebrazione di
Bacco sia stata assimilata dal cattolicesimo che ha fissato la festa di San Giuseppe il 19 marzo.
Secondo alcuni la zeppola inizia a prendere la forma che conosciamo oggi nel 1700 ad opera delle monache di San Basilio, nel Monastero di San Gregorio Armeno; secondo altri, invece, l'invenzione delle zeppole e' da attribuire alle monache della croce di Lucca o a quelle dello Splendore, note per inventare un dolce nuovo ad ogni festività.
La storia, comunque, attribuisce a Napoli la paternità delle zeppole di San Giuseppe, infatti la prima ricetta scritta si trova nel trattato di cucina del gastronomo napoletano Ippolito Cavalcanti ed è' datata 1837. 
La ricetta originale prevede che la zeppola sia fritta, invece, oggi vi propongo la versione al forno che, almeno nell'impasto, non differisce dalla fritta se non per quantità maggiori di burro. Quindi non credete che la zeppola al forno sia più dietetica.



Ingredienti per 20 zeppole:

Per la pasta choux
  • 500 gr di farina 00
  • 500 gr di acqua
  • 400 gr di burro
  • Sale
  • 5 uova (io ne ho aggiunte altre 6)

Per la crema pasticcera

  • 350 gr di latte intero fresco
  • 150 gr di panna liquida
  • 180 gr di tuorlo d'uovo (n.9)
  • 150 gr di zucchero
  • 40 gr di amido di mais
  • 2 gr di sale
  • 1 limone
  • 1/2 baccello di vaniglia 


Procedimento: 

Preriscaldate il forno a una temperatura compresa tra i 190/230 gradi.
Per la pasta bignè: a fuoco basso portate a ebollizione l'acqua con il burro e il sale, poi togliete dal fuoco, incorporate la farina precedentemente setacciata e cuocete qualche minuto a fuoco lento rimestando con un cucchiaio di legno. Lasciate intiepidire in un contenitore largo. Ponete l'impasto nella planetaria e aggiungete uno alla volta le uova intere.
Mettete l'impasto così ottenuto in una sac-a-poche con bocchetta riccia di diametro 12 mm e con movimenti rotatori formate dei cerchi concentrici sempre più larghi, fino a raggiungere la dimensione che vorrete per le vostre zeppole. Infornate a 180/190 gradi per 1 ora .

Per la crema pasticcera: fate bollire il latte con la panna e la scorza di limone. Incidete longitudinalmente il baccello di vaniglia e ricavatene la polpa di semini neri. A parte sbattete i tuorli con lo zucchero e la polpa di vaniglia, poi incorporate l'amido di mais e il sale. Filtrate il latte caldo versandolo sui tuorli. Rimettete il tutto nella casseruola e, mescolando a fuoco basso, portate a cottura fino a 82 gradi. Versate velocemente la crema in un contenitore di acciaio o di vetro, lasciate raffreddare e conservate in frigorifero.

 Per guarnire: con una sac-a-poche con bocchetta riccia farcite ogni zeppola con crema pasticcera, le amarene e infine spolverate con lo zucchero a velo.







Consiglio: la dose delle uova e' indicativa in quanto dipende molto dalla loro grandezza, quindi, se notate che l'impasto risulta essere troppo duro o non amalgamato, allora vi consiglio di aggiungere altre uova finché non otterrete un impasto morbido la cui consistenza ricorda la crema pasticcera.



"Mangiare è una necessità. Mangiare intelligentemente è un'arte"

domenica 16 marzo 2014

Crostata al te' verde, earl grey e limone












"Nessuno è perfetto, ma ognuno è unico: questo rende prezioso il dono della nostra esistenza, perché nessuno potrà donare al mondo quello che portiamo noi.
E ogni anno la primavera torna, per quanto l’inverno sia stato lungo e rigido. C’è una perfezione nel mondo, assoluta, così come c’è dentro di noi. Non si bussa alle porte, si aprono da sole se l’energia che si è impegnata è quella che poi permette il raccolto!
La prossima volta che ti ritrovi a camminare per strada, anche se sei vestito in giacca e cravatta o hai i tacchi a spillo, prova a saltellare come fanno i bambini per qualche passo.Gia' all'idea ti vergogni? Devi aver avuto ben nascosto il tuo bimbo interiore per giudicarlo subito con un:“Questo non si deve fare!”. Ricontatta il bambino che c’è dentro di te e dedicagli due saltelli: ti ritroverai a sorridere e la tua innocenza sorriderà con te.
Esprimiti liberamente nel tuo sentire, non aver paura di ciò che senti, anzi, tutto ciò che non esprimi può diventare risentimento verso te stesso, gli altri e il mondo".
                                                                  (Tiberio Faraci, Laura Goglio, Corso per Amare Te Stesso)














Tra pochi giorni inizia la Primavera! E' la prima stagione dell'anno e rappresenta uno dei soggetti più amati in ambito artistico e letterario, basti pensare alla "Primavera" di Antonio Vivaldi.
Sicuramente è la stagione più amata perché rappresenta la vita per eccellenza, la rinascita dopo il freddo e il buio dell'inverno. 
Ho pensato, quindi, di prepararvi questa crostata colorata, fresca e profumata la cui crema si sposa perfettamente al sapore e al colore della frutta. Anche se è un dolce tipico dell'estate, penso che possa essere preparato in qualsiasi giorno dell'anno utilizzando la frutta di stagione che preferite. 
Spero vi piaccia!






















Ingredienti:

  • 100 gr di zucchero a velo
  • 150 gr di burro
  • 250 gr di farina
  • 2 tuorli
  • 1 limone
  • 1 bustina di earl grey e te' verde
Per la crema al limone:

  • 80 gr di tuorlo d'uovo
  • 80 gr di zucchero
  • 80 gr di succo di limone
  • 80 gr di burro
Per la crema pasticcera al limone:

  • 360 gr di latte
  • 160 gr di panna liquida
  • 160 gr di tuorlo d'uovo
  • 120 gr di zucchero
  • 15 gr di amido di mais
  • 1 pizzico di sale
  • 1 limone
  • 1 bustina di earl grey e te' verde
  • 8 gr di gelatina in fogli



Procedimento:

 Per la frolla: intridete la farina, 100 gr di zucchero a velo, il te' verde e earl grey contenuto in una
bustina, la scorza grattugiata di un limone e un pizzico di sale con 150 gr di burro a tocchetti ottenendo un composto sabbioso. Incorporate poi due tuorli e lavorate finché la pasta non sarà soda, ma molto malleabile. Fatela riposare in frigo in una ciotola coperta per un'ora.

Per la crema al limone: lavate e asciugate i limoni; grattugiatene la scorza e poi spremetene il succo. Mettete la scorza grattugiata in infusione nel succo per circa 20 minuti. In un pentolino, con una frusta, sbattete i tuorli con lo zucchero, poi diluitevi 80 gr di succo di limone. Ponete a fuoco minimo e sempre mescolando con un cucchiaio di legno cuocete fino a 80 gradi. Sempre rimestando togliete subito dal fuoco e per far raffreddare la crema, bloccatene la cottura, immergendo il pentolino in un bagnomaria di acqua fredda. Quindi con un mixer a immersione, azionato per circa un minuto, rendete la crema liscia e vellutata. Lasciate raffreddare fino a 50 gradi. Incorporate il burro tagliato a pezzetti ed emulsionate ancora con il mixer a immersione. Coprite la crema con un foglio di pellicola trasparente da cucina e conservate in frigo.

Per la crema pasticcera: ammollate la gelatina in acqua fredda. Riunite in un tegame il latte, la panna, le scorze di limone; portate appena a ebollizione, spegnete e lasciate in infusione per un'ora. In un altro tegame, amalgamate con una frusta i tuorli con lo zucchero, l'amido e il sale. Gradualmente, sempre mescolando, incorporate il latte dopo averlo filtrato. Cuocete fino a 82 gradi per circa un ominuto. Inserite la colla di pesce strizzata e mescolate per farla sciogliere. Immediatamente versate la crema in una ciotola di vetro e ricoprite la superficie con pellicola trasparente, per evitare che si formi la crosticina. Riponete in frigo fino al momento di decorare il dolce.

Per la composizione del dolce: stendete la pasta su un piano di lavoro leggermente infarinato allo spessore di 1/2 centimetro e foderate uno stampo di 20 cm di diametro. Bucherellate il fondo e infornate a 200 gradi per 15/20 minuti. Sfornate, sformate e lasciate intiepidire. Distribuite la crema all'interno della crostata  e decorate a piacere con frutta.






                  




Curiosità: il te' Earl Grey e' una varietà di te', aromatizzato con l'olio estratto dalla scorza del bergamotto. In passato il nome era dato solo alle miscele di te' nero aromatizzato al bergamotto; attualmente sono chiamate Earl Grey anche le varietà a base di te' verde, te' bianco e oolong oltre che le tisane, quali il rooibos, che contengono l'olio dell agrume.






                       " Mangiare e' una necessità. Mangiare intelligentemente e' un'arte"

giovedì 13 marzo 2014

LIEBSTER AWARD - DISCOVER NEW BLOG


                           







Bene bene...oggi sono felicissima perchè mi è stato assegnato il mio primo premio "Liebster Award - Discover new blog" e per questo devo ringraziare  Le Ricette Sfogliate  ricettesfogliate.blogspot.com
Si tratta di un premio che viene conferito ai nuovi blog e ha lo scopo di farsi conoscere un pò di più.
Questo è il regolamento per ricevere il premio:
  1. Ringraziare e mettere il collegamento all'autore del sito che ci ha assegnato il premio;
  2. Rispondere alle 10 domande poste da chi ci ha nominato;
  3. Nominare altri 10 siti con meno di 200 seguaci;
  4. Proporre ai nostri candidati 10 domande;
  5. Andare sui singoli siti e comunicare loro la nomina

Le 10 domande di "Le ricette Sfogliate":
  1. Cosa non deve mai mancare nella tua dispensa? Il cioccolato
  2. Quale tipo di piatto preferisci? Risotto
  3. Qual'e' il genere di musica che ti piace ascoltare? Musica Rock
  4. Ti piace viaggiare? Si
  5. Quale programma ti piace seguire in tv? Programmi di cultura, di cucina
  6. Qual'e' la tua stagione preferita? L'estate
  7. Hai altre passioni, oltre la cucina? Si, la pallacanestro, la fotografia
  8. Ti piace passaggiare? Si
  9. Pratichi attivita' sportive? Si
  10. Sei contenta/o del premio ricevuto? Si

I blog che premio sono:

ilcrudoeilcotto.blogspot.com/
lauramade.blogspot.com/
perledisapore.blogspot.com/
lacucinadimarib.blogspot.com/
ilmondodeidolci.blogspot.com/
nonsolocucineisolane.blogspot.com/
scrapcucinaefantasia.blogspot.com/
cucinaveganspiegataalmiocane.blogspot.com/
www.appuntidicucinadirimmel.com/
dolcipasticcincucina.blogspot.com/ 


Queste, invece, sono le mie domande:
  1. Perché hai deciso di aprire un blog?
  2. Qual'e' il tuo piatto preferito?
  3. Guardi programmi di cucina in tv?
  4. Quali riviste di cucina leggi?
  5. Qual'e'  l'alimento che non dovrebbe mai mancare nella tua dispensa?
  6. Ti piace assaggiare le pietanze di altri Paesi?
  7. Quali sono le tue passioni?
  8. Ti piacciono piatti dolci o salati?
  9. Quando cucini ti rilassi?
  10. Qual'e' il tuo colore preferito?

Spero sia stato di vostro gradimento.



                                "Mangiare e' una necessità. Mangiare intelligentemente e' un'arte"




martedì 11 marzo 2014

CAKE POPS







Questa ricetta la definirei l'arte del riciclo in cucina! Infatti, avevo del Pan di Spagna avanzato e congelato e così mi è venuto in mente di preparare questi deliziosi cake pops che mi ricordano tanto le caramelle del famoso gioco "candy crush".
L' origine di questi dolcetti e' anglosassone e sono dei lecca lecca di torta che negli ultimi tempi  hanno acquistato terreno soprattutto nei wedding buffets insieme alla torta nuziale, ai macarons, cupcakes.











Ingredienti:

300 gr di torta al cioccolato 
150 gr di mascarpone
200 gr di cioccolato bianco o una busta di candy melt 
Stecchi da lecca lecca
codette, granella di nocciole, di pistacchio




Procedimento:

Preparate un Pan di Spagna non molto burroso. Quando la torta e' ben fredda tagliatela in pezzi e sbriciolatela con le mani e non con il mixer. Mescolate le briciole di Pan di Spagna con il mascarpone (volendo si può usare anche una crema al burro, frosting, Philadelphia, nutella) arrivando ad una consistenza morbida e umida che vi permetterà di fare delle palline grandi come una noce. Con l'aiuto di un cucchiaio dosatore per gelato formate delle palline arrotolandole tra le mani. Man mano che 
formate le palline, sistematele su un vassoio coperto con carta da forno; quando avrete terminato copritele con carta pellicola e mettetele in frigo per qualche ora finché non saranno ben ferme. 
Sciogliete e temperate il cioccolato bianco (o i candy melt) che vi servirà per ricoprire i vostri cake pops. Una volta freddi togliete dal frigo pochi cake pops alla volta, immergete la punta dello stecchino nel cioccolato bianco (questo vi aiuterà a fissarlo alla pallina) e infilatelo al centro della pallina. A questo punto immergete il cake pop nel cioccolato o nei candy melt con un movimento 
verticale senza muoverlo ne' a destra ne' a sinistra altrimenti rischierete di romperlo. Sollevate la pallina e tenetela inclinata sul contenitore in modo da far colare cioccolato o i candy melt in eccesso. Decorate le palline  con granella di nocciole, pistacchio, codette prima che il cioccolato si asciughi. infilate il cake pop nel polistirolo e lasciate asciugare la vostra copertura prima di servire. 









Consiglio: 
Se non avete gli stecchini da cake pop potete utilizzare le cannucce ma fate attenzione perché sono deboli. Inoltre, se la consistenza del cioccolato o dei candy melt risulta essere troppo densa potete riscaldare nuovamente la copertura e aggiungere, poco per volta, un cucchiaino di burro.



                  


                             "Mangiare e' una necessità. mangiare intelligentemente e' un'arte"













mercoledì 5 marzo 2014

Cheesecake con ganache al cioccolato











Il cheesecake è una torta fredda composta da una base di biscotti secchi su cui poggia un alto strato di crema di formaggio fresco zuccherato e trattato con altri ingredienti. La base può essere inumidita di caffè, sciroppo o liquore, oppure da biscotti sbriciolati e poi reimpastati con l'aggiunta di burro fuso. I formaggi che si utilizzano per preparare la crema sono formaggi freschi e molto morbidi come la philadelphia, la ricotta, il mascarpone e qualsiasi altro formaggio spalmabile. 
La torta di formaggio può essere generalmente classificata in due tipi principali: cotta e cruda. Ne esistono diverse varianti, realizzate nelle differenti nazioni in cui la torta e' diffusa. In questo post citerò lo stile anglosassone e lo stile statunitense.
Stile anglosassone: la torta al formaggio e' tipicamente fatta con una base di biscotti sbriciolati e burro. Il ripieno comune e' una miscela di crema di formaggio, zucchero e panna e non e' cotto, ed è sormontata da un composto di frutta. Si può anche trovare caffè, te', cioccolato, Irish Cream, cioccolato bianco e anche marshmallow. 
Stile statunitense: gli Stati Uniti possiedono molte varianti della cheesecake, ad esempio la famosa New York cheesecake si basa su creme ottenute da crema di latte, uova e tuorli conferendo alla crema una speciale consistenza liscia. La New York cheesecake e' cotta. 
Una variante alla tradizionale cheesecake newyorkese e' la cheesecake alla panna acida. Questa rende la torta al formaggio più resistente al gelo.
Vi è' anche la Philadelphia cheesecake ed è notevolmente più saporita della torta di formaggio al New York stile. 





Ingredienti per 12 persone:

Per il composto cheesecake

  • 575 gr di formaggio fresco spalmabile
  • 170 gr di zucchero semolato
  • 10 gr di farina
  • 130 gr di uova intere
  • 60 gr di tuorli
  • 20 gr di panna 
  • 1 gr di vaniglia Bourbon in bacche

Per il fondo 
  • 250 gr di biscotti Digestive
  • 125 gr di burro

Per la ganache al cioccolato
  • 250 gr di panna 
  • 300 gr di cioccolato fondente al 70% di cacao
  • 60 gr di sciroppo di glucosio in polvere
  • 5 gr di gelatina in polvere
  • 10 gr di latte in polvere magro
  • 10 gr di cacao amaro in polvere

Per la finitura
  • 400 gr di panna 
  • 70 gr di zucchero semolato 
  • 5 gr di cacao amaro in polvere
  • 100 gr di cioccolato bianco










Procedimento:

Per il composto cheesecake: servendovi di una frusta manuale lavorate a lungo il formaggio spalmabile con lo zucchero  e la vaniglia. Unite, poco alla volta e senza smettere di rimestare, le uova intere e i tuorli. Dopodiché unite la farina al composto e terminate con la panna. Alla fine otterrete una pastella liscia e cremosa che terrete da parte. 
Per il fondo: frullate i biscotti e impastateli con il burro fuso. Rivestite di carta stagnola un anello di acciaio. Fate sul fondo uno strato di 1 cm circa con i biscotti mescolati al burro. Distribuite in superficie il composto di formaggio e infornate a bagnomaria per circa 50 minuti a 140 gradi. 
Per la ganache al cioccolato: portate a bollore la panna, lo sciroppo di glucosio, il latte in polvere e il cacao. Unite il cioccolato fondente spezzettato e mixate bene. Alla fine incorporate la gelatina ammollata.
Per la finitura: guarnite tutto intorno con ciuffetti di panna montata. Versate al centro la ganache e decorate con la griglia di cioccolato bianco. Spolverizzate i ciuffetti di panna con un velo di cacao e servite. 
Per la griglia di cioccolato si vedano i metodi di precristallizzazione pubblicati nel post inerente al cioccolato. 



















Consiglio: normalmente la cottura in forno presenta un problema molto diffuso, ovvero una volta che la crema si è raffreddata tende a rompersi. Ciò è dovuto alla coagulazione delle uova nella crema. Per rimediare a questo problema ci sono vari metodi: uno e' quello che ho usato io, ovvero di cuocere la torta a bagnomaria; un secondo metodo include la miscelazione di un po' di amido di mais nella crema. Un altro metodo, invece, consiglia la cottura del cheesecake ad una temperatura inferiore e lento raffreddamento in forno, spento, con lo sportello socchiuso.


   

"Mangiare e' una necessità. Mangiare intelligentemente e' un'arte".







lunedì 3 marzo 2014

Il Cioccolato


La dolcezza del cuore viene da dolci 
bevande nere come la notte,
bianchi come il Paradiso.
Su queste cioccolate si imbastiscono
versi o parlate leggere.
E' questa l'amicizia che nasce  a 
tavolino
quando tu mi sorridi come la cioccolata.
(Alda Merini).













"Beato cioccolato, che dopo aver corso il modo, attraverso il sorriso delle donne, trova la morte nel bacio saporito e fondente delle loro bocche"
(Anthelme Brillat-Savarin, Fisiolofia del gusto, 1825)





Oggi vi parlo del cioccolato!
Quanti di voi non ha mai fatto, nel corso della propria vita, un'analisi sensoriale del cioccolato?
A mio avviso il cioccolato non va mangiato ma DEGUSTATO e, infatti, il degustare implica la capacita' di decifrare al meglio tutte le sensazioni che un cioccolato ci trasmette nel momento in cui si scioglie in bocca, andando molto al di la' di un semplice "buono" o "cattivo".
Quando si descrive il cioccolato, spesso si usano termini che rimandano alla musica: una sinfonia di gusti, una melodia di aromi, armonie di note dolcissime e inebrianti...e' come se la musica incontrasse il cioccolato.
Il cioccolato deve appagare tutti e cinque i sensi; una volta aperta la tavoletta di cioccolato, come prima cosa deve essere osservata attentamente; deve presentarsi lucida, omogenea e invitante.
Una tavoletta di cioccolato fondente quando viene spezzata deve produrre il tipico Snap, quel suono netto e pulito che siamo abituati a sentire.
Una volta in bocca il cioccolato deve sciogliersi rapidamente e in modo uniforme. Deve trasformarsi in una pasta setosa e scorrevole, priva di granuli.
E' tramite l'olfatto che percepiamo i suoi sapori, profumi, aromi.
Un buon cioccolato non deve essere troppo dolce (rispetto al tipo di cioccolato che si va a degustare), non deve neanche dare sensazioni di amarezza.
Alla fine il cioccolato deve lasciarci una sensazione finale piacevole.

Un po' di storia...

I primi coltivatori che iniziarono la coltivazione della pianta del cacao furono i Maya circa duemila anni prima della scoperta dell'America. La leggenda narra che la coltura del cacao fu sviluppata dal terzo re Maya:Hunahpu.
Secondo una leggenda azteca la pianta fu donata dal dio Quetzalcoatl per alleviare le fatiche degli esseri umani; mentre un'altra leggenda azteca di che che in tempi remoti una principessa fu lasciata dal suo sposo partito in guerra, a guardia di un immenso tesoro. Quando arrivarono i nemici la principessa si rifiuto' di rivelare il nascondiglio del tesoro e per questo fu uccisa: dal suo sangue nacque la pianta di cacao i cui semi sono così amari come la sofferenza, ma allo stesso tempo forti ed eccitanti come la virtù della giovane principessa.
Il frutto di tale pianta era considerato talmente prezioso che era utilizzato anche come moneta presso la popolazione Maya, oltre che come bevanda tonificante, molto aromatica e un po' amarognola. La bevanda si otteneva facendo tostare le fave e macinarle. Si otteneva così una pasta di cacao alla quale aggiungere della vaniglia, della cannella e infine l'acqua.
Successivamente ai Maya, anche gli Aztechi si dedicarono alla coltivazione del cacao e in seguito alla produzione di cioccolata. Essi associavano la cioccolata alla dea della fertilità.
La pianta di cacao e' molto sensibile alle variazioni climatiche, e anche oggi la coltivazione e' ristretta alla fascia equatoriale. La pianta di cacao arrivo' in Europa con Cristoforo Colombo nel 1492 ma venne presto dimenticata  perché la bevanda ottenuta non fu gradita alle corti a causa del suo sapore amaro. Tuttavia, la reale diffusione del cioccolato in Europa avvenne dal 1585 ad opera degli Spagnoli , dopo che questi conquistarono i territori allora occupati dalle popolazioni azteche.

Curiosità....
I ricercatori hanno scoperto che un consumo regolare di cioccolato ridurrebbe il rischio di patologie cardiovascolari del 37%, il diabete del 31% e di ictus del 29%. Questo perché il cacao contiene i cosiddetti flavonoidi dal potere antiossidante, antinfiammatoria, antiaggregante favorendo anche il rilassamento delle pareti dei vasi sanguigni. Inoltre, aiutano a migliorare la sensibilità insulinica con riduzione del rischio di diabete.
Il cioccolato, per apportare i benefici, deve contenere buone quantità di cacao: quello fondente,infatti,e' il più indicato  al fine di preservare la salute cardiovascolare.
Oltre ai flavonoidi, il cioccolato contiene anche il triptofano, un amminoacido alleato dell'umore. Quando in una dieta si apporta troppo triptofano si abbassano i livelli di serotonina e si gestisce male la rabbia.

La precristallizzazione (fonte: Peccati al cioccolato di Luca Montersino)

E' una tecnica fondamentale per la lavorazione del cioccolato. Questo termine e' relativamente recente in pasticceria: negli ultimi anni ha infatti sostituito il termine desueto di "temperaggio".
Il temperaggio si concentrava solo ed esclusivamente sulla corretta temperatura, ma in questo modo il cioccolato non sempre dava il risultato sperato. La precristallizzazione, invece, e' una tecnica che consiste nel formare nel cioccolato la quantità necessaria di cristalli, infatti, un cioccolato ben cristallizzato conferisce al prodotto finale maggiore lucentezza, maggiore conservabilita', un numero maggiore di aromi, maggiore croccantezza del prodotto finito. Il responsabile della precristallizzazione e' il burro di cacao.

I metodi di precristallizzazione

I metodi di precristallizzazione sono:


  • Temperaggio sul marmo: sciogliete il cioccolato fondente a 50 gradi, per essere sicuri che tutte le forme di cristallo siano sciolte, per questa operazione si può utilizzare un microonde, il bagnomaria, ecc. versate il cioccolato su un piano di marmo e allargatelo bene con la spatola, quindi raccoglietelo al centro; ripetere più volte questa operazione, facendo così raffreddare il cioccolato in movimento. Raggiunto il corretto quantitativo di cristalli stabili, visibile anche all'aumento di viscosità, saremo vicino ai 29-30 gradi. A questo punto raccogliete di nuovo il cioccolato nella ciotola di partenza che, se di plastica, avrà trattenuto sulle pareti un po' di calore. Mescolate bene in modo da far salire la temperatura del cioccolato di circa 1-2 gradi, evitando così una rapida sovra cristallizzazione: avremo così raggiunto circa i 31 gradi. Tenete la ciotola su un anello di metallo perché non sia a contatto diretto con il marmo, che abbasserebbe la temperatura. Ora potete utilizzare il cioccolato per la preparazione scelta.
  • Temperaggio per inseminazione: sciogliete il cioccolato fondente a 50 gradi. A questo punto unite l'altro quarto di cioccolato non fuso. Continuate a mescolare. Man mano che il cioccolato si fonderà, la temperatura del cioccolato scenderà arrivando alla giusta formazione di cristalli stabili. Filtrate allora il cioccolato per eliminare gli eventuali pezzetti di cioccolato non sciolti. Le temperature da raggiungere non cambiano rispetto al metodo precedente.
  • Temperaggio con il microonde: questo metodo consiste nello sciogliere il cioccolato a microonde, evitando però di sciogliere troppe forme di cristallo beta. Alla fine ci troveremo la massa fusa ma con ancora il giusto quantitativo di cristallo beta presente in origine nel cioccolato prima di essere fuso. Iniziate a far sciogliere il cioccolato mantenendo il microonde a metà potenza, quindi ogni pochi secondi aprite lo sportello e mescolate accuratamente. Per evitare di sciogliere troppi cristalli beta non dovete superare  i 31-32 gradi. Questo metodo e' efficace, ma occorre conoscere molto bene il proprio microonde per evitare di raggiungere temperature sbagliate.


                             " Mangiare e' una necessità. Mangiare intelligentemente e' un'arte".